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sabato 6 aprile 2013

CHE BONTA'.....MA CHE BONTA'


Mondiola della Garfagnana: giunge il tempo di...sbranarla!


Ne abbiamo assaggiato un validissimo pezzo in quel dell'Osteria da Pio, nel Morianese, pochi giorni fa. La Mondiola della Garfagnana, ovviamente, non ha nulla a che vedere con la versione dialettale moncera della mortadella. Tipicissima, da proteggere, è un validissimo salume lucchese che rinsalda le sue origini in tempi antichissimi. Era una delle soluzioni più frequenti, infatti, per conservare la carne di maiale, una volta asciugata al camino, nelle famiglie dei contadini. Pasta mordibissima, suadente, rossa e con una grana che si sfalda in bocca in maniera delicata. Carburante principale di questa preparazione sono gota e pancetta: la sublimazione del grasso nobile. La speziatura avviene con sale, pepe, spezie che possono variare da produttore a produttore, chiodi di garofano e, a volte, vino rosso. Il budello deve essere naturale.
Il periodo di produzione del salume è solitamente quello di gennaio, così, a quasi tre mesi dalla sua chiusura, è proprio di questo periodo dove possiamo saggiare le note mature di questa delizia. L'assaggio ideale si protrae quindi fino alla fine di giugno, dove le caratteristiche organolettiche della Mondiola hanno raggiunto la loro massima espressione. In estate, c'è poco bisogno di far fieno in cascina e di mangiare carni iper-proteiche.
Ecco che si torna al concetto della produzione locale e della stagionalità che, da una filiera naturale, ci approvvigiona di prodotti ideali per la stagione in corso, per le esigenze termiche e energetiche del nostro corpo.
Un piccolo capolavoro, da riscoprire e da...sbranare. Ora!

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