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sabato 1 ottobre 2016

Una medaglia d'oro a forma di Fagiolo.

La provincia di Lucca leader toscana per le qualità di fagiolo


La ricchezza dell’agroalimentare lucchese? I fagioli. Nessuno ha tante varietà così diverse, così preziose e particolari. Con ben 14 tipologie differenti delle 34 regionali inserite tra le 463 Bandiere del Gusto che hanno assicurato ancora una volta il primato nazionale per il numero di specialità alimentari alla Toscana, la Provincia di Lucca scopre la sua curiosa leadership per la principale leguminosa delle nostre tavole. Si tratta molto spesso di piccole varietà, confinate in piccole frazioni, gelosamente e faticosamente tramandate tra famiglie di contadini che sono arrivate fino ai giorni nostri arricchendo e caratterizzando la biodiversità agroalimentare del territorio come la fagiola garfagnina (o fagiola casciana), una delle rare varietà consumate fresche o il fagiolo cappone, tipico della zona del Compitese o il fagiolo fico introdotto nel 1889, da Vincenzo Micheli, un emigrante di Gallicano, che, di ritorno dagli stati uniti, portò 5 semi nascosti nella fodera interna del cappello per sfuggire ai controlli.
Ci sono poi il fagiolo diecimino (o fagiolo scritto) da sempre usato per preparare le ministre a base di passati o all’uccelletto coltivato quasi esclusivamente nella frazione Diecimo del Comune di Borgo a Mozzano, il giallorino della Garfagnana, il malatino, il Marconi a seme nero, il Mascherino, il Pievarino, lo Schiaccione, il Rosso lucchese, lo stortino e il misterioso fagiolo serpente (o fagiolo stringa di Lucca). Un patrimonio di semi, selezionati nel tempo, che rappresentano lo straordinaria patrimonio di un paniere vario e magnifico per storia, tradizione e cultura composto da un’ottantina di prodotti, tanti sono quelli che contribuiscono all’egemonia agroalimentare della Toscana.

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